Come fare per ottenere una tra le pensioni più ricche d’Italia?

Sì, per molti rappresenta un traguardo da raggiungere con ambizione. Lasciarsi il lavoro alle spalle, trasferirsi in un luogo da sogno e godersi gli anni di pensionamento spensierati, pieni di soldi e in salute.


Dall’altra parte c’è il pesante schiaffo della realtà. Si va in pensione, dopo molti anni di duro lavoro, con una somma di denaro mensile ben al di sotto delle aspettative.

Ma allora cosa è andato storto? 

Spesso i giornali parlano delle famose pensioni d’oro e di ricchi imprenditori impegnati a godersi i loro soldi. Magari tu ti saresti accontentato anche di una d’argento e invece…   

Chi sono i fortunati a percepire queste pensioni così invidiate, ma soprattutto, come hanno fatto?

Se stai leggendo questo articolo probabilmente non è ancora troppo tardi. Andremo a scoprire chi sono i privilegiati che già si godono una vecchiaia da sogno; come le riforme hanno un impatto su questo percorso e cosa fare ora per assicurarsi un futuro previdenziale più redditizio.

Le pensioni più ricche nel nostro Paese

Se andiamo a considerare le prime 5 pensioni più alte d’Italia, prendendo in esame le quote mensili lorde, allora non dobbiamo stupirci se al quinto posto l’importo è di solamente 28.000€.

Seguono a ruota delle pensioni che vanno dai 31.000€ ai 49.000€, fino ad arrivare sulla vetta più alta del podio. Ebbene sì, c’è qualcuno che nel nostro Paese, alla fine del mese, si vede arrivare un bel bonifico di 51.000€

Chi sono questi ricchi pensionati?


Si tratta principalmente di ex dirigenti o vice presidenti di importanti aziende che hanno saputo gestire al meglio il loro piano pensionistico, semplicemente seguendo tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge e dal mondo della finanza. 

Uno di loro invece è un avvocato, che ha saputo gestire al meglio la sua previdenza sfruttando il sistema retributivo, fino a rientrare in questa ambita classifica dei Top 5 pensionati in Italia.

Quali lavoratori ottengono le pensioni più alte?

È possibile lasciarsi ispirare da quelle che sono le categorie di lavoro che, in media, possono assicurare un assegno pensionistico più elevato. 

Nell’immaginario collettivo si potrebbe pensare subito ad esperti di finanza o soggetti governativi ma, nella pratica, si parla di professioni abbastanza comuni nel nostro tessuto economico. 

Ecco la lista che riassume le pensioni più ricche d’Italia suddivise per categoria:

  • Notai: 78.209€
  • Giornalisti: 51.692€
  • Dottori Commercialisti: 35.549€
  • Avvocati: 27.155€
  • Ragionieri: 24.656€
  • Ingegneri e architetti: 19.007€
  • Geometri: 13.564€
  • Consulenti del lavoro: 11.041€
  • Medici: 7.214€
  • Farmacisti: 6.027€

Si tratta della pensione media per ogni professione calcolata in riferimento ai dati del 2017.

Attenzione, è fondamentale considerare sia il rapporto tra pensionati e attivi, sia il reddito medio e la pensione media

Infatti, si osservano delle categorie che beneficiano di un alto livello di pensione attuale ma che, considerando la proporzione menzionata sopra, non potranno reggere nel lungo periodo.

Per essere sostenibile la pensione deve seguire la proporzione del reddito percepito durante l’attività lavorativa. In mancanza di tale rapporto, allora si potrebbe incorrere a seri problemi nel prossimo futuro. 

Per questo lo Stato Italiano continua ad osservare il sistema pensionistico con un occhio sempre puntato su nuove riforme. Dall’altro lato, però, ci sono gli attuali lavoratori che si potrebbero trovare in un mare di incertezza in riguardo al loro futuro pensionistico. 

Le riforme pensionistiche degli ultimi anni

Se solo consideriamo l’evoluzione della legislazione negli ultimi 30 anni, possiamo assistere ad un susseguirsi di aggiornamenti. Questo rappresenta l’inequivocabile prova di quanto le riforme in questo sistema siano in continua evoluzione. 

Proviamo a riassumere i principali impatti di ognuno di queste diverse metodologie:

  • Nel 1992 la “Riforma Amato” porta ad un graduale aumento dell’età pensionabile. Si passa dai 55 ai 60 anni per le donne e da 60 a 65 per gli uomini. Inoltre, in questi anni sono state abolite le cosiddette baby pensioni. Gli anni contributivi minimi per ricevere una pensione sono passati da 15 a 20. Infine, l’aumento della pensione è calcolato sull’andamento dell’inflazione.
  • Nel 1995 con la “Riforma Dini” si dà il via al calcolo del sistema contributivo. Per la prima volta le pensioni attuali trovano sostegno dai contributi versati dagli stessi lavoratori.
  • La riforma “Monti – Fornero” del 2011, famosa per esser stata tra le più discusse e che ha di fatto creato un metodo contributivo per tutti. Il principio fondamentale di questa riforma è quello dell’equità che si traduce in un trattamento paritario tra le generazioni attraverso l’eliminazione dei privilegi (ad esclusione delle categorie più deboli).
  • L’ultima riforma in ordine temporale è chiamata “Quota 100”. Potremmo riassumere lo scopo di questa riforma dicendo che ha l’obiettivo di abbassare e anticipare l’età pensionabile attraverso un meccanismo che considera i requisiti anagrafici e quelli contributivi.

Perché ci sono state tutte queste riforme?

La risposta è semplice, perché l’Italia ha sempre avuto una spesa pensionistica che ha gravato in modo importante sui conti pubblici. Ci confermiamo tra i peggiori in Europa se si considera il rapporto tra spesa pensionistica e PIL.

L’obiettivo finale è quello di rendere l’intero sistema più sostenibile per le generazioni future!

Cosa fare oggi per assicurarsi una pensione d’oro? 

In questo articolo abbiamo toccato la storia di chi ha raggiunto questo traguardo e delle categorie professionali che, in media, assicurano un ottimo risultato previdenziale.

Conoscere le riforme in vigore è un buon punto di partenza per poter comprendere il contesto in cui si dovrà gestire il futuro della previdenza di ognuno di noi.

Quindi il primo passo per ottenere una pensione più alta è quello di iniziare a gestire il proprio piano fin da subito!

La pianificazione non si ferma alla sola valutazione dei contributi, ma passa anche dagli strumenti che consentono di integrare i metodi classici. 

Facciamo riferimento ai fondi pensione complementari. Alleati essenziali se si vuole realmente ottenere somme di denaro maggiori alla fine di ogni mese durante l’ambita pensione.

Chiedere il supporto attraverso una consulenza previdenziale personalizzata può avvicinarti più di quanto pensi al raggiungimento dei risultati sperati. 

Continuare a rimandare può solo peggiorare le cose. Il futuro, anche quello previdenziale, si costruisce grazie alle azioni che mettiamo in atto oggi!

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