Tutti gli aumenti del 2015

Anno nuovo rincari nuovi. Come se non bastasse l’aumento medio di oltre un punto percentuale dei pedaggi delle autostrade italiane, le manovre del governo (necessarie o meno non  la sede per discuterlo) hanno in serbo per noi italiani 1 aumenti e rincari su tasse, beni e servizi. Praticamente la media di un rincaro al mese.

Ecco la lista completa degli aumenti:

  • acqua potabile (+4,8% per circa 40 milioni di italiani);
  • benzina e gasolio per autotrazione (aumento delle accise per 671 milioni);
  • multe per violazione del codice della strada (aumento legato all’inflazione);
  • tasse automobilistiche dovute anche per gli autoveicoli e motoveicoli ultraventennali di particolare interesse storico e collezionistico;
  • pedaggi autostradali (aumento massimo dell’1,5%);
  • contributi previdenziali per artigiani e commercianti (aumento  rispettivamente dello 0,65% e 0,45%);
  • contributi previdenziali gestione separata Inps (dal 27,72% al 30,72%);
  • birra e prodotti alcolici (da 2,7 a 3,04 € ad ettolitro);
  • tassazione dei fondi pensione (dall’11% al 20%);
  • tassazione sulla rivalutazione del Tfr (dall’11% al 17%);
  • riduzione esenzioni sui capitali percepiti in caso di morte in presenza di assicurazione sulla vita;
  • Iva per l’acquisto del pellet (dal 10% al 20%).

Insomma, il governo quest’anno ha avuto la mano pesante. Ecco alcune parole di Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA, come riportate dal sito http://www.cgiamestre.com.

I soggetti interessati da questi aumenti saranno in particolar modo gli automobilisti e tutte le categorie professionali che utilizzano quotidianamente un’auto o un camion, come i taxisti, gli agenti di commercio, gli autonoleggiatori o gli autotrasportatori. Oltre all’aumento del costo del carburante, dal 1° gennaio scatteranno il ritocco delle sanzioni in caso di violazione del codice della strada, il probabile aumento medio dei pedaggi autostradali fino all’1,5% e le tasse per le auto/moto storiche. Ma coloro che subiranno gli aumenti più preoccupanti saranno le partite Iva iscritte alla sezione separata dell’Inps. Per questi freelance l’aliquota passerà dal 27,72 al 30,72 per cento.
Sebbene sia stato confermato il bonus Irpef per i redditi medio-bassi e le bollette di luce e gas siano destinate a subire una leggera flessione, nel 2015 i consumi delle famiglie continueranno a ristagnare, attestandosi, secondo le previsioni, attorno ad un modesto +0,6 per cento. Seppur in aumento rispetto agli ultimi anni, con questi livelli di crescita torneremo alla situazione pre-crisi solo fra 10-12 anni. Se vogliamo uscire da questa fase di depressione dobbiamo assolutamente rilanciare la domanda interna attraverso un ripresa degli investimenti, una riduzione del carico fiscale e un conseguente incremento degli impieghi a favore delle famiglie e delle piccole imprese. Le decisioni economiche prese in questi ultimi mesi vanno nella direzione giusta, ma sono ancora troppo timide. Con un tasso di disoccupazione che nel 2015 è destinato a sfiorare il 13 per cento non abbiamo alternative: dobbiamo ridare slancio ai consumi interni”.

 

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