Negoziazione assistita obbligatoria: modello per divorzio e nuova procedura

Non molto tempo fa è stata istituita la negoziazione assistita obbligatoria. Introdotta con il cosiddetto ‘decreto giustizia’, tale tipologia di negoziazione ha permesso di risolvere pacificamente alcune tipologie di controversie tra cui, ad esempio, le separazioni ed i divorzi. Ma cerchiamo di fare chiarezza. La mediazione è stata introdotta per la prima volta nel 2010 e, nel corso del tempo, ha subito numerose modifiche. Affinché una mediazione possa essere considerata valida è necessario che vi sia un organismo di mediazione. Tale organismo riceve l’autorizzazione a dare seguito alla mediazione. Al momento, sono molti gli organismi di mediazione presenti in Italia e, in linea di massima, sono presenti sia nelle Camere di Commercio che presso l’Ordine locale degli avvocati. Ovviamente, ad effettuare la mediazione dovrà essere, appunto, un mediatore. Al mediatore, spetta il compito di dirigere la trattativa. Il ruolo di mediatore può essere ricoperto da un avvocato o da un professionista. Un a cosa è certa: il mediatore non è un arbitro. Al contrario, ha il compito di agevolare il confronto ed il raggiungimento di un accordo. Il mediatore, poi, non deve prendere alcun tipo di posizione ma, se interpellato, può esprimere un’opinione in merito ad una eventuale soluzione.

Cos’è la negoziazione assistita?

La procedura di mediazione viene avviata a seguito della compilazione di una specifica domanda da depositare presso l’organismo scelto per la mediazione. In genere, lì iniziativa viene presa dalla parte che ha interesse ad una conciliazione. Nel caso in cui si abbia a che fare con una mediazione obbligatoria, entrambe le parti devono essere assistite da un legale regolarmente iscritto all’albo. Per effettuare una mediazione è necessario fare una serie di incontri. In occasione degli incontri, le parti vengono invitate al confronto. Al mediatore spetta il compito di scegliere se interloquire con entrambe le parti contemporaneamente o se, invece, avviare colloqui individuali. In ogni caso, la mediazione non può durare più di tre mesi. Indipendentemente dall’esito della mediazione, dovrà essere redatto un verbale. Vediamo la nostra guida sulla nuova procedura, e il modello per il divorzio.

Modello di Separazione e divorzio: negoziazione assistita

Oggi è possibile ricorrere alla negoziazione assistita obbligatoria anche per una separazione consensuale o, addirittura, per la modifica delle condizioni di una separazione o di un divorzio. A tale riguardo, è necessario tenere conto del fatto che è obbligatoria la presenza di un avvocato per entrambe le parti. I legali, poi, devono trasmettere all’ufficio dello stato civile l’accordo raggiunto. In caso contrario, gli avvocati dovranno fare i conti con sanzioni pecuniarie piuttosto rilevanti. Se non ci sono figli minorenni o maggiorenni ma non autosufficienti è obbligatorio trasmettere il medesimo atto anche alla Procura della Repubblica senza, però, dover rispettare un termine preciso. In caso contrario, invece, la trasmissione deve avvenire necessariamente entro 10 giorni.

Negoziazione assistita obbligatoria: quanto costa la nuova procedura

Parlando di costi, la prima variabile di cui tenere conto è la parcella dell’avvocato che si occupa dell’assistenza legale. A tale proposito, si consiglia di chiedere un preventivo prima di ufficializzare l’incarico. Al compenso devono essere aggiunte anche le cosiddette spese generiche di studio. La mediazione in sé, invece, prevede un costo diviso in spese di avvio della procedura e compenso del mediatore. Per avviare la procedura servono 48,80 euro. Il compenso del mediatore, invece, viene stabilito dipendente mente dal valore della questione. Se dopo il primo incontro le parti decidono di non proseguire devono versare solo le spese di segreteria. I meno abbienti hanno la possibilità di essere patrocinati a spese dello stato. Riguardo alle regole, è opportuno fare presente che le parti hanno l’obbligo della riservatezza e che al medesimo obbligo è vincolato anche il mediatore. Lo Stato, infine, prevede un credito di imposta di cui ha la facoltà di usufruire la parte che ha sostenuto i costi relativi alla procedura.

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