Congedo Parentale 2018 INPS: novità, retribuzione, come fare domanda

A seguito del Jobs Act sono subentrate moltissime novità in merito alle normative che regolano il mondo del lavoro. Il grande protagonista di questa rivoluzione è stato l’INPS che, tra le altre cose, ha dovuto modificare alcuni regolamenti tra cui, ad esempio, quelli riguardanti la maternità e la paternità. In buona sostanza, il cosiddetto congedo parentale 2017 ha subito alcuni cambiamenti a seguito di decreti attuativi promossi dal governo.

Entrando più nello specifico, le modifiche sono finalizzate a colmare alcune lacune che riguardavano le modalità con cui i genitori avevano la possibilità di usufruire del permesso in questione. Vediamo come fare domanda, i requisiti e la retribuzione del nuovo congedo parentale 2017.

Congedo Parentale e maternità: le novità ed i requisiti

Per prima cosa, è necessario fare presente che a poter richiedere il congedo parentale sono tutte le donne che, essendo in stato di gravidanza, non hanno la possibilità di poter lavorare. In tal caso, quest’ultime hanno diritto a ricevere comunque la retribuzione. Nell’eventualità in cui si dovesse avere a che fare con lavoratrici dipendenti è necessario specificare che ci sono alcuni requisiti particolari di cui tenere conto. Le colf e le badanti, ad esempio, devono avere 52 settimane di contributi nell’anno precedente al congedo in questione. In alternativa, sono necessarie 26 settimane nei 12 mesi precedenti. Chi lavora nel settore agricolo, invece, devono aver lavorato almeno per 51 giorni.

Le lavoratrici cosiddette a domicilio, poi, devono rimandare al proprio datore di lavoro tutti i compiti assegnati e/o la merce in carico. L’indennità, infatti, verrà corrisposta solo ed esclusivamente al momento dell’effettiva restituzione. Con il decreto è stato aumentato il tempo di cui si ha la possibilità di usufruire del permesso. Alle madri, dunque, lo stato riconosce 5 mesi di maternità anche in caso di adozione o di affidamento. Addirittura, si ha la possibilità di usufruire di 5 mesi di indennità anche prima dell’arrivo del minore. Infine, vengono concessi 3 mesi nel caso in cui l’affidamento non sia pre-adottivo.

Congedo parentale di Paternità 2018: ecco come funziona

Quando si parla di congedo di paternità si fa riferimento al congedo che viene accordato ai padri. In questo caso, lo stipendio e la retribuzione ammonta all’80% dell’originale. Tale congedo viene accordato sia nel caso in cui si abbia a che fare con un’adozione che di un figlio naturale. Per avere la possibilità di godere del permesso sia il padre che la madre devono essere lavoratori dipendenti o devono lavorare in settori specifici come l’artigianato, il commercio o l’agricoltura.

Ovviamente, è necessario fare presente che il padre può avere diritto al congedo sono se si palesano specifiche situazioni come l’abbandono da parte della madre o l’affido in via esclusiva al padre. Come è facile intuire, poi, per godere del congedo è necessario essere iscritti all’INPS e aver versato tutti i contributi in maniera regolare.

E per quanto riguarda il lavoratore autonomo? In tal caso, il congedo può essere concesso per 3 mesi dopo il parto a patto che la madre sia una lavoratrice autonoma che non ha utilizzato il medesimo congedo. Nella manovra finanziaria è stato incrementato il meccanismo del congedo parentale in modo tale da agevolare i genitori che sentono la necessità di accompagnare i propri figli nel loro percorso di vita.

In tal caso, si ha la possibilità di chiedere un congedo cosiddetto non retribuito fino ai 12 anni del bambino. In buona sostanza, l’età dei bambini è stata aumentata da 8 a 12. Inoltre, il congedo parentale grazie al quale si ha diritto al 30% della retribuzione può essere richiesto fino ai 6 anni. Nell’eventualità in cui i genitori siano indigenti o, comunque, bisognosi, si può richiedere fino a che il bambino o la bambina non abbia raggiunto gli 8 anni.

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